lunedì 27 febbraio 2012

Legambiente lancia il censimento delle fontane pubbliche della bassa bolognese

I volontari stanno fotografando e censendo le fontane pubbliche del territorio, funzionanti e non, per recuperare l'idea dei punti d'acqua come luogo di aggregazione e di sensibilizzazione sul tema del consumo e invitano i cittadini a collaborare inviando segnalazioni e racconti.

I volontari del circolo Legambiente Imola Medicina stanno realizzando in questi giorni un censimento delle fontane pubbliche nel territorio della bassa bolognese. Negli ultimi anni si è infatti diffusa in numerose città (piccole e grandi) l'idea di (ri)-installare punti d’acqua nei principali luoghi pubblici, soprattutto grazie all'impegno di diverse associazioni di cittadini per rieleggere la funzione della fontanella a patrimonio da salvaguardare e come diritto di tutti, per riscattarla dal non uso e rivestirla della sua dignità storica ed estetica.

Scopo dell'azione è perciò recuperare l'idea dei punti d'acqua come luogo di aggregazione e di sensibilizzazione sul tema del consumo, facendo coincidere l'immagine della fontanella con quella di una società attenta alla gestione quotidiana delle risorse.

Per ogni fontana viene realizzata una breve scheda con una fotografia che documenta lo stato di conservazione e alcune informazioni principali: l'ubicazione, se si tratta di una fontana decorativa oppure destinata a fornire acqua potabile, o ancora un vecchio lavatoio, se è funzionante e come (a getto continuo o con un rubinetto in modo da non sprecare acqua), in che anno è stata costruita (quando è possibile risalire all'anno).

I volontari sono già al lavoro da alcune settimane per censire e fotografare le fontane, ma per questa azione è importante la collaborazione dei cittadini: chiunque voglia partecipare, inviando foto e schede all'indirizzo mail: legambiente.fontane@gmail.com


Ma soprattutto vorremmo ricevere racconti sulle fontane, storie legate ad ogni particolare fontana che diano il senso del suo ruolo e della sua storia. Tutto il materiale andrà poi a comporre una mostra fotografica itinerante che sarà esposta nei vari comuni della bassa bolognese nei prossimi mesi.

L'iniziativa fa parte di un ciclo di iniziative realizzate dai circoli Legambiente Setta Samoggia Reno, Imola Medicina e Legambiente Turismo in collaborazione con Volabo e il Museo del Patrimonio Industriale e con il patrocinio del Comune di Bologna nell'ambito progetto "L'acqua tra passato e futuro" che prevede una serie di iniziative pubbliche (conferenze, incontri, mostre fotografiche, visite guidate) sui temi legati all'acqua: fonte vitale per le attività umane, via di comunicazione, paesaggi ricchi di storia e natura. Un progetto che mira a recuperare la storia e le eredità dei territori della provincia di Bologna e soprattutto il legame tra uomo e risorsa idrica. Per informazioni: www.legambienteonline.it

L'ufficio stampa
(348-3697503)

venerdì 24 febbraio 2012

Environment Film Festival a Imola (BO)

Dal 6 Marzo ogni martedì sera alle 21 presso AICS, 1° Piano Sala Cooperativa Andrea Costa, Via Paolo Galeati 6, ingresso gratuito 

Il circolo di Legambiente ImolaMedicina organizza a partire dal 6 marzo una rassegna di documentari a tema ambientale a Imola. L'appuntamento è ogni martedì del mese alle 21.

Martedì 6 marzo verrà proiettato “The Age of Stupid” che illustra i cambiamenti climatici di cui cominciamo in questi anni a vedere gli effetti. Il film è un ibrido che comprende documentario, parti recitate e di animazione. Pete Postlethwaite impersona un archivista del 2055 che custodisce l'intero sapere del mondo, dalle opere d'arte ai contenuti multimediali. L'archivista scorre svariati videodocumenti del passato (interviste e documenti reali del nostro presente) che fanno presagire gli effetti del riscaldamento globale evocando un messaggio: "che stupidi siamo stati quando potevamo ancora fare qualcosa". Un documentario, ma anche una favola di avvertimento sulle iniziative che è necessario intraprendere ora per fermare i cambiamenti climatici già in atto.

Il 13 marzo sarà la volta di “Food Inc.” che racconta l'attuale metodo di produzione industrializzata di cibo, legato in gran parte alla crescita dell'industria del fast food. La produzione di alimenti è controllata principalmente da una manciata di società multinazionali. Il business internazionale di produzione alimentare ha come obiettivo la produzione di grandi quantità di cibo a basso costo. Salute e sicurezza sono spesso trascurati dalle società e sono spesso trascurati dal governo, nel tentativo di fornire cibo a buon mercato a prescindere dagli effetti negativi. 

Seguirà il 20 marzo “The cove”, un documentario di denuncia delle pratiche illegali e ben poco trasparenti della caccia ai delfini. Un eco-film che svela il motivo per cui forse avvistiamo sempre più di rado questi splendidi cetacei. “The cove” è stata ribattezzata una laguna sulle coste di Taiji, un parco nazionale in Giappone, un luogo paradisiaco dove però accade qualcosa di agghiacciante. Qui, per sei mesi all'anno, si danno appuntamento i cacciatori di cetacei. Pesca illegale? In realtà sì, anche se a consentirla è l'assurda legislazione della International Whaling Commission. 

A conclusione del ciclo di proiezioni, il 27 marzo verrà presentato “Terramacchina” prodotto dal CIREA dell'Università di Parma nell'ambito del progetto “Echi di in/sostenibilità il territorio si racconta”. Terramacchina è un viaggio al centro della food valley italiana. Attraverso immagini e testimonianze vengono portati all'attenzione dello spettatore esempi di utilizzo del territorio e delle sue risorse, per promuovere una cultura della responsabilità nella loro gestione.